Lunedì 28 Luglio 2014 - NIBALI VINCE IL TOUR

Questo weekend, sono stato graziato dal tempo, dove i temporali e il brutto tempo imperversava un pò in tutta Italia, a Spotorno ho trovato 3 giorni di bel sole caldo, dove ne ho approfittato per fare allenamenti mirati in bici, con diverse salite e corse lungo il mare e in collina... Ma questa domenica, si è chiuso il Tour de France, con la vittoria di Nibali.

Vincenzo Nibali padrone del Tour de France: 



un italiano in giallo dopo 16 anni
Il campione dell'Astana è il settimo 'azzurro' a vincere la Grande Boucle, il sesto ciclista di tutti i tempi ad aggiudicarsi in carriera i tre grandi giri. La sua è stata una condotta da campione.



Da Bottecchia a Pantani: Vincenzo nell’olimpo del pedale italiano
Maglia gialla i primi due giorni, poi alla settima tappa, infine dalla nona sino a Parigi. In totale ha portato la maglia gialla alla fine di 34 tappe, nelle varie partecipazioni al Tour: record italiano che non è ancora stato avvicinato da nessuno, non da Gino Bartali, trionfatore dei Tour 1938 e 1948, non da Fausto Coppi, che fece sue le edizioni del 1949 e del 1952, gli anni in cui diventa ilCampionissimo, gli anni che i francesi lo adottano. Ancora oggi, si dice che Eddy Merckx è stato il corridore più forte di tutti i tempi, ma Fausto Coppi “le plus grand”. Coppi fu il primo ciclista a vincere nello stesso anno Giro d’Italia e Tour de France, nel 1949, e si ripeté nel 1952. Anni di trionfi epocali. Nibali, in un eccesso di modestia, ieri ha dichiarato che ha corso solo per vincere e non ha pensato alla storia, tantomeno alla leggenda del ciclismo. Non è vero, altrimenti non si sarebbe impegnato come ha fatto, per vincere sulle Alpi il giorno del centenario di Bartali. O come sui Pirenei, dove i grandi italiani del passato cesellarono stupende vittorie. Poi venne il 1960, l’anno della morte di Fausto Coppi, che perse la vita per colpa della malaria e di medici incompetenti. Ebbene, proprio in quell’anno così triste per tutto il mondo delle due ruote, è un italiano che si impone nella Grande Boucle che è alla sua 47esima edizione. Ad onta di tale infausto numero (il francese Roger Rivière si spezzerà la colonna vertebrale in una discesa forsennata), Gastone Nencini, toscano del Mugello (patria di Giotto) pennellò formidabili discese dopo salite in cui primeggiarono Imerio Massignan e Graziano Battistini (secondo sul podio).

Nibali come Gimondi: 19 giorni in giallo
Anno di grandi velocisti e finisseur come André Darrigade e il nostri “cit” Nino Defilippis, che vinse due tappe. La leggenda narra che Charles de Gaulle incoraggiò Nencini, quando il Tour passò da Colombey-les-deux-églises, la residenza del generale: “Paris n’est pas si loin…”, gli disse. Altri tempi. E altre storie. Quella del bergamasco Felice Gimondi, neo professionista di 23 anni che alla sua prima partecipazione, vince la terza tappa da Roubaix a Rouen, indossa la maglia gialla, la tiene sino alla settima, la riconquista a Bagnères-de-Bigorre e la conserva sino a Parigi, resistendo sul Mont Ventoux agli attacchi furibondi di Raymond Poulidor (vince la crono del Mont Le Revard e si ripete nella seconda crono da Versailles a Parigi). Diciannove giorni in maglia gialla: quanto Vincenzo Nibali. Bisogna attendere sino al 1998, l’anno in cui successe di tutto al Tour: lo scandalo doping della Festina e l’estromissione della squadra dalla corsa, le scalate esaltanti di Marco Pantani che surclassa Jan Ullrich, il tedesco già vincitore del Tour 1997 e si impone in solitario nella tappa di Plateau de Beille, per suggellare il suo dominio alle Deux Alpes, dopo aver fatto il vuoto sul Galibier e aver affibbiato quasi nove minuti ad Ullrich e ai suoi gregari Bjarne Rijs e Udo Boelts. Il tedesco cercò la rivincita nelle due cronometro, strappando sette minuti a Pantani. Il Pirataconservò la maglia gialla nelle ultime sette tappe, e realizzò la grande accoppiata col Giro d’Italia nello stesso anno, settimo corridore a riuscirci (di nuovo il numero 7…).

(da http://www.ilfattoquotidiano.it/)

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