Mercoledì 25 Giugno 2014

Almeno ci consoliamo con gli sport di resistenza..... perché se aspettiamo gioie dal mondo del pallone....

Oggi giornata di temporali, in pausa pranzo andrò a nuotare con il gruppo delle 12 e questa sera corsa in pista, con la parte centrale 5x2000+200mt  (1000 a 3':50" - 1000 a 3':45" - 200 mt forti) (2')

Sto leggendo Born to Run, interessante, la ricerca del "bello" della sofferenza e la corsa primordiale:
"UN GRUPPO DI SUPERATLETI, UNA TRIBU' NASCOSTA E LA CORSA PIU' ESTREMA CHE IL MONDO ABBIA MAI VISTO"

Come tantissimi runner più o meno dilettanti del mondo occidentale, Christopher McDougall era tormentato dai tanti piccoli e grandi infortuni che prima o poi colpiscono chi corre. Cercando una risposta ai suoi dubbi sulla tecnica di corsa moderna e sul motivo dei sempre più frequenti disturbi, Christopher è approdato nel deserto messicano del Copper Canyon, dove vive la tribù pre-azteca dei Tarahumara, gli ultracorridori. In queste pagine dense di racconta la propria esperienza, la lezione di tecnica ma soprattutto di vita che ha imparato, e la vicenda di Micah True, "caballo bianco", l'ultramaratoneta che viveva come gli indios. Un libro per i tanti appassionati di corsa, di natura, di libertà.



Chiedetevi perchè all'inizio degli 80 un piccolo club di corsa di Boston, che contava una dozzina di atleti, riuscivano a correre una maratona in 2 ore 12 minuti, sei di loro erano amatori.
Oggi in tutta l'America, non si trova un solo maratoneta che riesca a scendere sotto le 2 ore e 14 minuti, tempo richiesto per qualificarsi alle Olimpiadi del 2000; solo Rod DeHaven riuscì ad andare ai giochi, restando sotto la soglia <<B>> di 2 ore e 15 minuti, arrivando sessantanovesimo.
Che cosa è successo?? Perchè questo declino??
Scarpe?
Soldi?
Poca voglia di soffrire?


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