Mercoledì 21 Maggio 2014

Questa mattina ho le gambe un po' imballate, complice il massaggio energico di Lunedì sera, ma comunque le sento toniche, sono usciti gli intermedi su Sdam, della gara di Pietra Ligure, non ho termini di paragone con gli anni passati, perchè il percorso in bici è cambiato e le condizioni del mare erano diverse, ma confrontando il tempo dell'anno scorso, risulta che quest'anno ci ho messo un minuto in più dell'anno nel nuoto,  2 minuti in più nella frazione di bici, ma ho corso molto forte, considerando che sono stato fermo quasi due minuti, il parziale segna 34 minuti e 38 secondi, contro il 36:48 del 2013.
Comunque sono arrivato 30 assoluto e 7 di categoria con un tempo di 2 ore 29 min e 44 sec.
con questi parziali :
Nuoto -> 27:31
Bici     -> 1:25:01
Corsa  -> 36:38

Ieri ho preferito non correre, ho nuotato in pausa pranzo e sono uscito in bici alla sera con il gruppo, l'allenamento di nuoto è stato incentrato sulla velocità ed è stato:
500 Riscaldamento
3x300 Misti
200 stile allungamento max
2x6x100 (2x(1° 100 ripartenza 1':35" - 2° 100 ripartenza 1':30" - 3° 100 ripartenza 1':25") pausa 100 relax)
100 sciolti

Oggi vi lascio al raccondo di Adriano Iron Carù, che descrive le fatiche di Lanzarote, l'Ironman "Mas duro"


Lanzarote 2014…………Mirko ma vaff…………
(di Adriano Carù)

Questo e’stato il motto di questa vacanza/sofferenza che, ha portato me a completare l’ottavo Ironman e gli altri bad boys rispettivamente il terzo per Mirko e Paolo ed il secondo per Nicola.
Certo questi 4 bad boys che han passato l’inverno sulle salite della provincia di Varese, sotto l’acqua durante i lunghi a piedi: Mirko “moto”, Paolino “l’uomo che nemmeno il vento di Lanzarote riesce a spettinare” , Nick “dalla poltrona all’ironman”, Io “il vecchio”.
Certo questi 4 che “il mas duro” se lo aspettavano duro ma non cosi’ , ed allora erano vere le leggende metropolitane che raccontavano di questo Ironman come uno di quelli tosti.
Il solo scrivere queste righe per raccontare mi emoziona, emozione che forse non e’uscita negli ultimi metri perche’ sopraffatta dalla fatica , questa volta un pelo piu’ vicina al limite.

Ma partiamo dall’inizio.
Siccome la partenza e’prevista per le 14 da Orio e non volevamo disturbare troppo i nostri amici atleti, che come ben sappiamo al mattino fanno tutti i loro allenamenti e gare, decidiamo di farci accompagnare a Malpensa e prendere l’OrioBus che con un paio d’ore ci scarrozza a Bergamo.
Nick preoccupato per il ginocchio, Mirko per le Hawaii, Io per la gara e Paolo perche’ non sa se il vento lo spettinera’; tutti noi non sappiamo bene cosa ci aspetta ma gia’ canticchiamo il motto che da’ il titolo a queste righe. Si perche’ e’ stato Mirko a scegliere la location perche’ per gli Ironman “facili” non ha la bici adatta (dice Lui).
Comunque scendiamo dall’aereo ed usciamo ed ecco che il vento ci accoglie, oltre a cicciabombina che ci ha portato il Jumpy dove caricare tutto e che abbiamo noleggiato.
Arriviamo a destinazione, scopriremo di essere un po’ distanti dal luogo di partenza/arrivo ma va bene cosi’ il nostro uomo di punta non vede i tedesconi , gli spagnoli “dopati” e gli inglesi e sta tranquillo. In Compenso in albergo sono tutti inglesi e tedeschi bianchi come il latte e oversize ed irrimediabilmente scottati dopo mezza giornata di sole.
Ci illudiamo di avere tutti un all-inclusive per l’errore della receptionist spagnola, ma dopo mezzora si accorge dell’errore e ci taglia i nostri braccialetti e sgrunt torniamo al nostro misero B&B. Dopo aver mangiato fuori domenica sera decidiamo di fare comunque tutto all-inclusive perche’ beviamo troppa birra e mangiamo da triathleti.
Ma il bello, per noi novizi di Lanzarote (non come il mitico Amedeo Bonfanti che e’al suo 17esimo Lanzarote consecutivo e 80esimo in assoluto) arrivera’ lunedi’ mattina alla prima uscita in bike secondo la rigida tabella marcata Mirko. Sara’ una oretta che ci schiarira’le idee sulle difficolta’ : salite e vento che ti porta via soprattutto in discesa. Chiedete un po’ a Paolino (che la bici la domina bene) che paura si e’ beccato in discesa quando la stava perdendo! Ok abbiamo capito sara’ dura……
La settimana scorre in armonia tra birre, mancate sangrie, e tabella di scarico di Mirko e le occhiate furtive alle splendide scottature altrui. Mirko nel frattempo ha pure adocchiato (oltre ad una spagnola ben accompagnata) un triathleta spagnolo in albergo con noi.
Bella vacanza fino a quel momento, poi andiamo a ritirare il pacco gara al “Club La Santa” patria dei triathleti di mezzo mondo anche se leggermente spostato dai luoghi stessi dell’ Ironman Lanzarote. Quindi ci si concentra sulla gara, l’expo che visitiamo il giorno dopo non ci soddisfa molto e non compriamo quasi niente! Andiamo a vedere le salite piu’ dure (in macchina) e siamo definitivamente sereni sul fatto che sara’ dura. Ed eccoci al gran giorno (come tanti altri vissuti da me in compagnia di questi ragazzi e di altri meno ragazzi), sono le 4 e la sveglia di Mirko suona. Prendiamo i panini fatti la sera prima, la sacca bianca e via in macchina mangiando durante il viaggio. Arriviamo a Puerto del Carmen e vediamo la classica transumanza verso la zona cambio, con sacche bianche e pompe, una silenziosa marcia verso quel gran mistero che porta tanti pazzerelli alla partenza di un Ironman. Ci si saluta con chi ha la bici vicina alla tua, poi la numerazione e’ in ordine di eta’ e quindi ci si saluta e ci si scruta per bene tra avversari e/o compagni di categoria. Mirko ha identificato l’italiano vicino a Lui che al briefing era stato indicato come a caccia di slot. Ok il ragazzo e’carico.Io sono teso perche’ questa gara sembra piu’ grande di me, ci ritagliamo un angolino dove rilassarci ed infilare la muta….ok siamo pronti. La partenza sulla spiaggia a differenza di tutti gli altri Ironman (dove ci si distribuisce parallelamente alla riva) e’stile maratona con un corridoio abbastanza stretto per 2200 partenti e le gabbie per tempi stimati nel nuoto. Io e Nick salutiamo i nostri campioni Mirko e Paolo che vanno avanti, nel frattempo manca poco e i gonfiabili sopra le nostre teste si sgonfiano ….. un modo per distrarsi un po’.
E per l’ottava volta parto per questa avventura dentro me stesso, sapendo che molti mi seguiranno con il tracker live, alcuni via sms e qualcuno aspettera’ un messaggio su whatsApp in trepida attesa. Ecco parto anche per Voi. Arrivo nell’acqua e vedo la solita marea di cuffie che si agitano e via per quella che alla fine sara’ la frazione piu’facile, anche se all’inizio del secondo giro un calcio mi fa partire il tappanaso ed Io nuoto SEMPRE con il tappanaso! Quindi fatico un attimo a riprendere l’assetto da balena piaggiata. Ed eccoci su quell’emozionante taboga che e’ il percorso bike tra salite finte, salite vere e quel vento che (rubando una bella frase dell’amico Daddo di Fcz) ti devi far diventare amico perche’ e’inutile battersi con lui. Il tempo scorre con il costante rumore del vento, i ristori per fortuna numerosi perche’ altrimenti la disidratazione ti ucciderebbe, e gli splendidi paesaggi che questa isola sa regalarti (forse per lenire un po’ la fatica). Tedeschi ed inglesi con gran bici da crono spesso sono impiantati su queste salitine e salitelle, magari al 3% ma con il vento contro che te le fan diventare dei piccoli Mortiroli. Mi prendo anche delle liberta’in discesa mollando un po’la mia Katana alla sua prima esperienza. Bella l’ascesa al Timanfaya con quella strada che si vede sempre nelle foto di Lanzarote. Arriva cosi’ anche il Mirador del Rio con il suo muro di Grammont (come lo definisce il Bonfanti) ma anche con lo splendido colpo d’occhio sulla baia sottostante. Non manca molto (50 km) ma ci aspetta ancora Nazaret!! Tre km con una strada che definire asfaltata e’ parola grossa…. E si sale e si scende fino al km 167! Arrivo a Puerto del Carmen un po’in ritardo secondo la tabella ipotetica, ma va bene cosi’ perche’ comunque ho dato il meglio e lo sento! Appena faccio i primi passi di corsa capisco che sara’ durissima, mi sento un po’cotto ed il vento anche a piedi si fa sentire, ok dovro’ gestirmi (lo so fare) . Incrocio Paolo che mi sembra ben messo ma mi fa capire che e’dura anche per Lui. Poi una immagine che mi spaventa un po’: Mirko e Nick insieme , io che saluto e Mirko non risponde mentre Nick fa no con la testa!! Mirko in crisi penso…poi mi diranno che ha avuto un paio di giramenti di testa e Nick lo ha aiutato a ripigliarsi dal punto di vista emotivo. Il giro lungo ha la sua ultima parte a fianco delle piste dell’aereoporto, all’andata un controvento ch ti asciuga sotto tutti i punti di vista. Come detto sopra mi devo gestire ed ogni tanto cammino, verso la fine non riusciro’ piu’nemmeno a bere l’amica coca (chiaro sintomo che sono al limite). Sono verso la fine del primo giro e Mirko mi tocca il braccio e vola via, guardo il crono e capisco che e’ alla fine e finira’ poca sopra le 10 ore …grande. Il sole si sta abbassando ed io viaggio verso gli ultimi km corricchiando e pensando agli ultimi metri che ancora una volta mi accoglieranno con un gran casino. Mi sistemo per la foto di rito, non riesco ad emozionarmi perche’ sono stanco, lo faro’ dopo ripensandoci ed adesso scrivendolo. Il gran capo dell’Ironman mi stringe la mano e lo ringrazio, mi infilo al collo questa medaglia pesantissima per il suo significato intrinseco e pian piano eseguo i riti del fine gara, mantellina per il freddo, maglia di finisher, qualcosa da bere e lo sguardo amico dei compagni di viaggio (senza i quali non si vivrebbero queste emozioni) che puntualmente trovo alla fine del corridoio bike…eccoli li’ i ragazzi ad aspettare il vecchio, vedo sguardi stanchi ma contenti : Mirko contento, Nick soddisfatto e Paolo pettinato come al solito e quasi ci scappa il coretto: Mirko … ma vaff……
Eccoci qui tutti quanti alla fine del mitico “El mas duro” , ancora una volta forse accomunati dal fatto che dopo tutta la preparazione non si puo’ non arrivare in fondo! Si legge orgoglio negli occhi di tutti questi finisher, una volta tanto mollo anche la mia modestia e mi dico grande Adri caxxo!!  Se qualcuno mi chiedera’ in futuro come preparare una gara del genere non sapro’ come rispondere perche’ non e’ facile descrivere un percorso bike con un vento cosi’. Ti sembra sempre di essere in salita anche sul piano.

E cosi’ finisce questa splendida settimana, con i soliti discorsi sull’anno sabbatico o su quale fare la prossima volta, da parte mia dopo Galles, Nizza e Lanza mi farei anche un bel Klage…ma vedremo nei giorni a venire quali pensieri affioreranno. So solo che la compagnia a Lanzarote e a casa e’stata una bella spinta verso questo nuovo traguardo.
Un grazie a chi mi e’stato vicino, a chi lo e’adesso e a chi si e’preoccupato quando il tracker live mi dava per disperso…ma ci credevate veramente?
E comunque un grazie infinito a Mirko (splendido primo italiano e 74esimo assoluto), a Paolo e a Nick sempre pronti a prendermi in giro, ma tremendamente determinati.

Il video di Lanzarote
https://www.youtube.com/watch?v=PS8SkUB5dSo

I miei complimenti ragazzi!!!!








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