Venerdì 19 Marzo 2016




Svelato l'arcano mistero del dolore al gluteo/adduttore, si tratta della "Sindrome degli ischio-crurali" una tendinopatia inserzionale dei muscoli ischio-crurali.

Ieri sono stato dal Dott. Migliorini, il quale, ha subito capito qual'è il problema, la sua esperienza come triathleta, la sua conoscenza e una visita dettagliata ha eliminato ogni dubbio, non è il piriforme il mio problema, ma una infiammazione inserzionale tra il gluteo e adduttore. Capito qual'è il problema si può fare un'azione mirata, prima cosa devo fare una ecografia e poi una riabilitazione con tanto stretching, ma non ho bisogno di fermarmi con gli allenamenti, l'unica precauzione è di non spingere di corsa e non affrontare percorsi lunghi e pianeggianti in bici.... qui una serie di esercizi di stretching per questo problema.


Ieri sera corso di nuoto con coach Luciano:
300 Riscaldamento
6x50 misti
3x200 Pull variazione di resp.
2x(6x100 stile)
3x200 Pull

Oggi nuoto in pausa pranzo e questa sera progressivo in zona industriale.

Dopo l'articolo di Milani (http://triathlonlamiavita.blogspot.it/2016/02/mercoledi-17-febbraio-2016.html) su Hearth Rate Variability, sono andato a leggermi un po' do cose per approfondire l'argomento, ma HRV cosa significa?

La Hearth Rate Variability serve per capire i tempi di recupero che ha l'atleta, misurare la frequenza cardiaca durante l’allenamento non basta, altrettanto importante è monitorare il tempo in millisecondi che intercorre tra un battito cardiaco e l’altro. E’ questa infatti la “spia” che indica il reale stato di salute (recupero) dell’atleta.
 La nostra biologia diventa la nostra biografia e conoscere in anticipo quali carichi di fatica è in grado di gestire il nostro corpo è molto importante per evitare di ritrovarci poi stanchi e sfiniti al momento della gara.



Ogni volta che l’atleta si allena, il corpo viene stressato ed entra in una fase di allarme. Mobilita le sue risorse per ripristinare lo stato alterato dallo stimolo e si adatta (fase di resistenza) a un livello tale per cui, qualora lo stimolo allenante fosse riproposto, non sortirebbe lo stesso livello di stress (superconpensazione). Ma se non diamo il tempo necessario che avvenga questo fattore, quindi non c'è adattamento allo stimolo, la capacità del corpo di far fronte agli effetti di stimoli stressanti viene meno e si entra in una fase detta d’esaurimento, identificabile con la situazione di overtraining in cui la capacità di performance decade rispetto al livello di partenza. Quindi è importante che gli stimoli allenanti siano corretti con fasi di carico e recupero, inducendo una fase di allarme e di resistenza. Per fare questo ci viene in aiuto la valutazione della Variabilità di Frequenza Cardiaca (HRV).

La HRV controlla le variazioni, in termini di tempo, che passa tra un battito e l'altro. Dobbiamo considerare che il cuore non batte con una cadenza costante, il ritmo del battito cardiaco a riposo ha una naturale fluttuazione, principalmente a causa del controllo esercitato su di esso dalle due porzioni del Sistema Nervoso Autonomo (SNA), il Sistema Simpatico e il Sistema Parasimpatico. La variabilità del ritmo cardiaco può essere valutata in due modi analizzando brevi segmenti di elettrocardiogramma: calcolando un indice mediante operazioni statistiche sull’intervallo R-R (analisi nel dominio del tempo) oppure mediante l’analisi spettrale (analisi nel dominio della frequenza) di un insieme di intervalli R-R.
In sintesi, si calcola il tempo che passa tra un battito e l'altro e dopo una serie di formule, si ricava un valore che indica lo stato di forma/riposo in quel preciso momento.

Ho trovato questo articolo se volete approfondire l'argomento:  http://archivia.unict.it/bitstream/10761/1001/1/LTRGNN79A19A494Q-LO%20TURCO%20GIOVANNI_Analisi%20spettrale%20dell'Heart%20Rate%20Variability%20in%20pazienti%20con%20disturbi%20psichici.pdf

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