Mercoledì 24 Febbraio 2016

Ieri sera corsa in zona industriale con 40x1 minuti, una medio forte e una lenta, gambe e testa ci sono, ma ho avuto un po' di dolore all'aduttore, domani ho la seconda seduta con Milgliorini e dopo una visione algli esami che ho effettuato, ecografia e radiografia, vediamo la strada da intraprendere.

Vi lascio con altro articolo di  Milani sul gps e foot Pod


Con questo articolo, “Massi” mi ha colpito decisamente nel vivo! Infatti, tra le varie esclamazioni che MENO tollero a fine gara, al top c’è quella di chi, osservando lo schermo del GPS, si lamenta della lunghezza del percorso, ovviamente “… più lungo…” di quanto dichiarato. Mi permetto di citare quanto scritto a riguardo nel mio articolo (ultimo paragrafo) di qualche mese fa su ENDU.it:
“… Ci saranno sicuramente gare misurate “male” (poche, quelle importanti sono tutte certificate), ma fare affidamento esclusivamente al GPS è un errore madornale, dovuto principalmente al fatto che si ignora completamente il funzionamento del sistema GPS. Già uno scarto del 1% è un buon risultato (sono oltre 420 metri su una maratona…), tenendo sempre presente che curve strette, palazzi, gallerie e sottopassi sono fattori che diminuiscono la precisione…”.
Concetto ribadito sullo stesso sito in un articolo successivo (qui), con l’aggiunta di qualche consiglio relativo al corretto utilizzo dell’amato/odiato strumento:
“… La soluzione più semplice sarebbe quella di allenarsi in pista o su percorsi misurati con rotella metrica, prendendo semplicemente i parziali col cronometro, ma non sempre è possibile. In tal caso, la soluzione migliore è quella di NON fare riferimento al passo istantaneo, affidandosi piuttosto al passo medio dei vari “lap” presi in maniera automatica o manuale. Più è ampia la distanza del lap, più il margine d’errore sarà inferiore.
Allenamenti di qualità
Sbagliatissimo effettuare le sedute di qualità controllando frequentemente il passo: gli allenamenti intensi vanno corsi al massimo delle possibilità di quel preciso momento, avendo in mente la quantità totale dell’allenamento e la durata degli eventuali recuperi (se devo fare 4 x 2 km, i primi 2 km li correrò sì “forte”, però sempre pensando che ne dovrò fare altri tre!).
Gara
E in gara? La soluzione ideale è utilizzare il GPS come un normale cronometro, prendendo i lap manualmente in corrispondenza dei cartelli chilometrici. Per esempio, ogni 2 km per una 10 km, ogni 3 km per una mezza, ogni 5 km per una maratona. Con un paio di calcoli sarà semplice capire se il ritmo è quello giusto! Nella malaugurata ipotesi che alcuni cartelli siano stati piazzati male… poco importa, le cose comunque si sistemeranno con i lap successivi…”.
Se però volete saperne di più e soprattutto scoprire come “migliorare” (non voglio anticipare nulla) il vostro GPS, ecco l’articolo di “Massi” Milani, come sempre da non perdere (grafici!)…
Come diceva un famoso proverbio cinese, “l’acqua dell’oceano non può essere misurata con una tazza da tè”. Non è difficile immaginare che all’apertura della scatola di un nuovo GPS il nostro primo istinto sia stato quello di confrontare il proprio passo rispetto a quello dell’orologio precedente. L’abbiamo fatto tutti noi, Gianmarco ha pure utilizzato la rotella metrica, mentre io ho valutato statisticamente il percorso del Garmin Forerunner Tour 2015 al parco di Monza. Scelte diverse che dimostrano le nostre attitudini e preferenze su come affrontare problemi complessi.
Foot Pod GarminUna discussione inutile. Per tornare al proverbio, i nostri amici cinesi avevano ragione: il dibattito sulla precisione del GPS è oramai decisamente superato, “Il dilemma del podista nel 2016” è altrove. In effetti la tecnologia negli anni ha portato miglioramenti incredibili: le principali aziende di orologi, Garmin, Tom Tom, Polar, Suunto e Timex hanno prodotto strumenti sempre più avanzati consentendo di misurare “abbastanza” precisamente la distanza, di stabilire “abbastanza” correttamente la velocità istantanea e di aggiornarla quasi all’istante. Ma quanto precisamente? E il calcolo è anche accurato, o soltanto preciso? Cosa suggeriamo per avere un dato più preciso?
Questione di variabilità. Essendo un econometrico (non) pentito, la variabilità mi ha sempre affascinato, ne parlo superficialmente nel mio spazio dedicato da Gianmarco in parecchi articoli. Sulla precisione, siamo lontani anni luce da quello che dovrebbe essere lo standard ideale, l’acquisizione completata da Apple di Coherent Navigation porterà sicuramente sviluppi interessanti grazie al nuovo sistema iGps basato su satelliti Iridium a bassa quota (780 km dalla terra). Limitando i ritardi tipici di quelli geostazionari, avrà una precisione di centimetri e in quel momento metteremo davvero la parola fine al discorso. Anche se non ci sono novità sul lancio dell’iGps dal Maggio 2015, restano comunque vive le speranze e la versione 3 dell’Iwatch nel 2017 potrebbe essere una “killer application”.
Qual è il problema di misurazione? Una delle cose che tutti i podisti sanno è che la precisione dei navigatori satellitari è solamente di qualche metro. Sull’auto la limitazione non pone nessun problema, ma nella corsa l’imprecisione ha creato dibattiti filosofici “importanti” ed interminabili. Per capire l’essenza della questione bisogna ricordare che un sistema in movimento genera “rumore”. Per correggere questo rumore e l’errore ad esso collegato, gli orologi e i navigatori satellitari applicano dei modelli matematici chiamati “filtri” con i quali cercano di ridurlo. Il principale modello è stato inventato mezzo secolo fa da un matematico di origine ungherese ma trapiantato negli States, l’ingegner Kalman, e la sua invenzione è stata pure utilizzata nel programma Spaziale Apollo. Senza il filtro, il dato grezzo sarebbe molto più variabile ed il podista vedrebbe variare il passo istantaneo in maniera schizofrenica. Data la loro complessità matematica, di filtri ne esistono tantissimi e ogni azienda ne ha implementate diverse versioni. Questa premessa per spiegare come mai due marche di orologi con lo stesso chipset GPS potrebbero avere valutazioni di passo differente (“filtri differenti”), così come orologi di stessa marca e modello non necessariamente mostreranno lo stesso risultato (“il rumore non è prevedibile a priori”): già solamente mettere due orologi su braccia diverse potrebbe influenzare il risultato finale. Quello che è certo però è che la potenza di calcolo degli orologi oltre al miglioramento degli algoritmi di correzione degli errori ha permesso di rendere la valutazione del passo istantaneo molto più stabile rispetto a 5 anni fa. Come al solito un’immagine vale più di mille parole, vale però la pena sottolineare che il filtro da me applicato ai grafici è “a posteriori”.
Generazione 1
Generazione 1
Generazione 2
Generazione 2
Generazione 3
Generazione 3





I GPS sono accurati? Capito che il problema della precisione ottimale non potrà essere risolto se non si cambierà il sistema di rilevazione, la notizia che vi sconvolgerà la vita è che anche per l’accuratezza dovremmo aspettare nuove tecnologie. Dal punto di vista statistico la valutazione dell’accuratezza si può sempre fare a posteriori con la rotella metrica, oppure utilizzando un modello statistico chiamato «bootstrap», anche se in tal caso servirebbero tante misurazioni sullo stesso percorso.
Precisione e AccuratezzaÈ una sfida intellettuale relativamente inutile, soprattutto perché il “rumore”, vero fattore che influenza sia l’accuratezza sia la precisione, dipende dalla scelta del percorso del podista, non valutabile a priori, almeno in allenamento. Mentre per la gara il percorso è solitamente misurato “perfettamente”, quindi il consiglio è controllare il ritmo gara basandosi sui cartelli posti ad ogni chilometro. Infine, è stato mostrato che in condizioni ottimali, i più recenti GPS sono affidabili. Ma le condizioni del percorso non sono sempre valutabili a priori, soprattutto per chi corre in città o in luoghi “sconosciuti”. Infine, la tecnologia attuale è molto matura, la scorsa settimana Garmin ha annunciato di aver raggiunto per la prima volta 1 miliardo di fatturato annuale nella divisione Fitness, quella del Vivo, Forerunner e Edge (+16% di crescita annuale) e Outdoor, la divisione del Fenix, la quale ha visto una diminuzione dei ricavi annuali dell’un percento.
Il footpod può aiutare? Con l’introduzione della serie 220620, Garmin ha mostrato grande sensibilità al problema, arrotondando il passo istantaneo ai 5 secondi, dopo anni in cui invece tale campo era calcolato precisamente ma erroneamente. Inoltre, senza grandi annunci trionfali di Marketing, la stessa Garmin ha aggiunto nel log di alcune versioni beta del firmware dei suoi orologi Premium recenti (Forerunner 630fenix 3 e Forerunner 920xt), un’interessante funzionalità. E’ stata introdotta la possibilità di utilizzare come sorgente dati per la velocità istantanea il “pedometro”, romanticamente chiamato “footpod”, permettendo una migliore stabilità del passo. Se calibrato correttamente, quest’oggetto “antico” ha una minore variabilità, ed anche una buona accuratezza. Inizialmente pensato per misurare la cadenza di corsa, e per essere utilizzato sul «tapis roulant», negli ultimi 12 mesi ha trovato una nuova linfa. Infatti gli orologi recenti dotati di accelerometro destinato a soppiantare questo strumento hanno mostrato delle lacune, in primis la mancanza di calibrazione e l’influenza del suo posizionamento (sul braccio e non sulla scarpa) sulla misurazione finale. Non consigliamo di utilizzare il footpod come fonte di distanza, ma sicuramente di configurarlo per la velocità. Questo trucchetto ridurrà le ansie di chi cerca di controllare al meglio la propria prestazione in gara.
Scelta del footpod. Nonostante esistano due tecnologie per collegare gli accessori agli orologi, Bluetooth e Ant+, un’azienda controllata dalla Garmin, Dynastream è il principale produttore mondiale di footpod. Per scegliere quale comprare, il fattore prezzo è quindi rilevante: tra un modello Garmin oSuunto (attualmente la miglior offerta) scegliere quello che costa di meno, essendo perfettamente identici e assolutamente compatibili. In realtà anche qui l’evoluzione tecnologica ha portato recentemente a innovazioni, per misurare le dinamiche di corsa: strumenti come RunScribe, 4iiii oppure Stryd potranno rivoluzionare il modo di correre, ammesso di capire come interpretare i dati. Ma per ora non ho ancora avuto modo di testare queste tecnologie. No test, no party!
E il dilemma del podista nel 2016? All’attento lettore sorgerà sicuramente una domanda: se l’accuratezza del GPS non è più un problema, qual è il vero dilemma del podista nel 2016? Lo scoprirete in una prossima puntata, l’ispirazione in questo momento non manca. Serve soltanto un po’ di tempo per illustrarlo con analisi rigorose e convincenti.

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