Venerdì 13 Ottobre 2017





Finalmente ho recuperato e chiuso anche la questione incidente, piano piano sto sistemando le cose e posso prepararmi al finale di stagione con le mezza di Busto il 13 Novembre, poi farò un periodo di riposo e pianifico l'anno sportivo 2018, perchè non bisogna mai fermarsi!

Sarò presente alla mezza di Gallarate il 29 Ottobre, come Pacer, due settimane prima di quella di Busto, la userò come test per capire se le gambe ci sono per correre forte Busto, probabilmente faro quello di 1:25', vuol dire correre 4 al km.
http://mezzamaratonadigallarate.altervista.org/


Per il prossimo anno, una data è già stata fissata, 20 Maggio 2018, IronMan 70.3 Barcellona. Qui vengono svolti le finali a squadre del TriClub Ironman e noi saremo presenti in massa! Per ora siamo 20 atleti che partecipano, più gli accompagnatori, porteremo un po' di colore in Spagna e sicuro divertimento.



Questo Sabato, si terrà un grande evento alle Hawaii, finale mondiale a KONA di IRONMAN, con i più forti triathleti in circolazione a contendersi il titolo, sempre favorito rimane Frodeno, ma dovrà tener conto anche di Kienle,  Van Lierde, Hoffman ecc. nelle donne, sempre super favorita la fortissima Ryf, qui l'elenco dei primi 15 uomini e 15 donne:


Men
1 Jan Frodeno (GER)
2 Sebastian Kienle (GER)
3 Benjamin Hoffman (USA)
5 Patrick Lange (GER)
6 Timothy O’Donnell (USA)
7 Frederik Van Lierde (BEL)
8 Kyle Buckingham (RSA)
9 Tim Don (GBR)
10 Boris Stein (GER)
11 Pete Jacobs (AUS)
12 Matthew Hanson (USA)
14 Andy Potts (USA)
15 Terenzo Bozzone (NZL)

Women
101 Daniela Ryf (SUI)
102 Sarah Crowley (AUS)
103 Kaisa Sali (FIN)
104 Sarah Piampiano (USA)
105 Heather Jackson (USA)
106 Michelle Vesterby (DEN)
107 Susie Cheetham (GBR)
108 Anja Beranek (GER)
109 Michaela Herlbauer (AUT)
110 Linsey Corbin (USA)
111 Leanda Cave (GBR)
112 Elizabeth Lyles (USA)
113 Rachel Joyce (GBR)
114 Annabel Luxford (AUS)
115 Laura Siddall (GBR)

Vi riposto una breve intervista del nostro Daniel Fontana rilasciata al Corriere.it, per Daniel sarà il suo quinto Ironman World Championship:


<< In una gara come questa bisogna lavorare sulla qualità e, se non è possibile, bisogna recuperare con la quantità» dice Daniel Fontana, 41 anni, triatleta che partecipa all'Ironman di Kona per la quinta volta. Forte di successi all'Ironman di Taiwan nell'ottobre 2016 (chiuso in 8 ore e 13 minuti, la migliore prestazione per un italiano), undicesimo nell'aprile 2017 all'Ironman in Texas e quinto all'Ironman Switzerland di Zurigo di luglio, Daniel Fontana si prepara a scendere di nuovo nell'arena dei triatleti. A Kona partecipa come PRO e sarà l'atleta con «maggiore esperienza». «L'aver fatto tante gare ravvicinate, mi ha creato qualche difficoltà. Non ho aspettative altissime perché non ho fatto una grande preparazione, sono stato anche vittima di infortuni, ma non ho potuto fermarmi. Ho dovuto lavorare in parallelo su qualità e quantità. Ma per entrare tra i primi 50 al mondo fai anche questo» racconta a Corriere.it.
«Sono il più vecchio di tutta la starting list e quindi quello con maggiore esperienza. Questo mi dà la sicurezza di saper gestire la gara. Ho la serenità e la sicurezza di poter interpretare i singoli momenti della competizione» dice spiegando come questa sia una gara molto molto dura dovuta all'intensità della competizione, al clima che si trova sull'isola e alla lunga preparazione che porta fino a lì. «Le cose cui fare attenzione durante una preparazione di questo tipo sono veramente molte. Lo dico da sempre, l’Ironman è un viaggio» scrive sul suo profilo Facebook dando qualche consiglio sull'alimentazione, quando ormai il count-down per la partenza è iniziato. E proprio a lui abbiamo chiesto di raccontare come si affronta un triathlon così impegnativo come Kona.

«Il nuoto: La prima cosa che fa impressione è che la partenza: ci si trova quando è ancora buio, si inizia alle 6.35 appena spunta il sole» racconta Daniel Fontana «Ma il paesaggio appare un po’ spettrale. Sono 3.800 metri in mare: l’acqua è limpida e mentre nuoti sotto vedi di tutto, coralli, pesci da soli o in branchi. In realtà questa è la parte la meno impegnativa: l’acqua è abbastanza calda, si nuota senza muta» dice ancora il triatleta argentino naturalizzato italiano (dal 2005 gareggia con i colori azzurri): «La difficoltà maggiore è data dalla quantità di gente che c’è in partenza e dall’intensità con cui si fa la gara».

«Il bike: È questa la parte più complicata della gara: si tratta di un bastone, si fa avanti e indietro» dice Daniel Fontana «Il clima è molto impegnativo: c’è vento termico che incide in particolare sulla parte di ritorno. Il vento dopo 60/70 km si rivela sempre contro e arriva quando sei già stanco. Il racconto di Fontana prosegue: «Si attraversano campi di lava dove il paesaggio assomiglia a un paesaggio lunare che sembra infinito». e come si affronta questa frazione? «Si affronta con calma all’inizio: è la finale di un campionato mondiale, quindi si è sempre un po' agitati. Ma bisogna andare con calma perché per tutti i 180km non si smette mai di pedalare: è una parte di gara non molto tecnica, ma è logorante. Bisogna risparmiare energie all’inizio e cercare di mantenere energia fino alla fine. Il mio consiglio è di fissarsi su un'andatura costante e cercare di togliere dalla testa tutti i pensieri. In questi momenti è necessario non pensare che le cose stiano andando male, ma gestire ogni momento per quello che è».

L'ultima parte della gara: 42,195 chilometri di corsa dove - suggerisce Daniel Fontana - bisogna stare attenti. «I primi 16 chilometri si snodano sul lungomare in una zona verde: si arriva lì attorno alle 13 del pomeriggio con il sole a picco. Il lungomare è abbastanza arieggiato, ci sono alberi che proteggono dal caldo torrido. Poi però si sconfina su una strada lunga e dritta, la stessa che si percorre prima in bici: torna il paesaggio lunare. Ed è lì che la gara si fa veramente difficile». Il triatleta continua: «Quando mancano 10 chilometri al traguardo, si arriva in un posto che si chiama Energy Lab dove fanno ricerca sull’energia rinnovabile: da lì si scende verso il mare ed è un punto veramente caldo. Si va avanti su una piccola salita. I pensieri negativi iniziano ad arrivare ed è sempre meno facile cacciarli via. È molto naturale che corpo e testa si difendano invitandoti a smettere. È proprio qui che, se non sei convinto sul perché stai gareggiando, rischi di fermarti. Ma influiscono anche quello che hai mangiato e tutto quello che hai fatto prima nella gara». A questo punto Fontana dà il suggerimento forse più importante di tutti, il consiglio di chi ha già fatto la gara e la sa lunga dall'alto della sua esperienza: «Alle Hawaii c’è un detto che si diffonde tra chi fa questo triathlon: si dice che non si può pensare di essere arrivati fino a quando non si vede l’albero. Ecco, l'albero è a 300 metri dal traguardo: soltanto lì la tensione può calare e si può dire di avercela fatta».

FORZA DANIEL!!!




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