Venerdì 15 Maggio 2020


Un post lungo e profondo, nel quale immergersi e pensare al momento che stiamo vivendo...

<< La resa dei conti. Evoluzione o involuzione?
Ormai ci siamo, siamo agli sgoccioli di questo lungo ed inatteso lockdown e siamo tutti chiamati a tirare le somme di questi difficili momenti.
La ripresa, seppur lenta, è vicina e la nostra vita piano piano tornerà alla normalità. Ma sarà davvero cosi? O meglio, lo sarà per tutti?
In queste settimane siamo stati costretti ad un isolamento forzato, che  ha modificato radicalmente la nostra quotidianità, le nostre abitudini . Non solo siamo stati tenuti lontani dagli affetti più cari, dagli 
amici ma anche dal nostro amato sport. In un attimo tutto è cambiato e abbiamo dovuto fare i conti con una realtà completamente diversa e alla quale non ci saremmo mai  sottoposti volontariamente 
nessuno di noi  era preparato o si sarebbe potuto aspettare una cosa simile.
DI fatto, quanto accaduto, avrà avuto ed avrà sicuramente delle ripercussioni sul nostro futuro, in 
primis come società globale ( la crisi economica che ci inonderà ma anche la stessa convivenza con il virus non saranno di facile gestione) ma soprattutto come individui.


Ognuno di noi avrà vissuto questi mesi in modo differente, ci saranno coloro la cui vita sarà cambiata di poco, a parte per la “socialità “ e gli allenamenti all’aria aperta e altri per cui il cambiamento sarà stato più impattante e determinante. Qualunque sia stata l’esperienza di ognuno, il cambiamento porta sempre una crescita personale  e sta a noi decidere se fare finta di nulla o peggio involvere, oppure trasformarla in evoluzione e ripartenza. 
Si dice che spesso , il risveglio interiore, la mediazione con se stessi, scaturiscano da una situazione  eccezionale, un evento scioccante o imprevedibile che porta l’individuo a fare i conti con la propria intimità, con le proprie paure, a risvegliarsi  ed a cercare di liberarsi da ciò che lo teneva incatenato ad una realtà fasulla e che spesso non voleva vedere.. La frenesia di tutti i giorni, il bisogno di apparire, di confrontarsi con gli altri, gli argini imposti dalla società, il lavoro, ci obbligano ad indossare maschere senza che nemmeno ce ne accorgiamo, ci obbligano alla fretta, al risultato e ci fanno perdere il contatto con la nostra vera natura, con la nostro io reale. Obbligandoci ad obbiettivi che nulla hanno a che fare con i nostri reali e più profondi desideri.


Tolto il superfluo, tolta la possibilità di “raccontarcela” che cosa ci resta se non il nostro dialogo interiore, lo scontro con il nostro vero io? E le domande sorgono spontanee: Che cosa ho ottenuto fino ad ora? Cosa è realmente importante  nella mia vita? Cosa mi manca davvero? Di Cosa posso  fare seriamente a meno? Che senso ha proiettarci verso il futuro se poi in un attimo cambia tutto e tutti i progetti fatti vengono meno? Ma non ha nemmeno senso vivere  il presente se poi noi siamo preparati  ad affrontare eventi come questo. Ma come possiamo realmente essere preparati a cambiamenti cosi radicali?  Ed è allora che tutto perde senso o forse tutto acquista un significato diverso. Sta a noi decidere da che parte stare. Essere in diretto contatto con noi  stessi è qualcosa che per natura rifiutiamo: ci fa paura,  richiede l’accettazione del cambiamento e il cambiamento richiede uno sforzo che difficilmente noi, vittime della società dell’ abbondanza e del tutto senza fatica, vogliamo fare. Troppa fatica e troppa paura! Ma quando ogni via di fuga ci viene negata , le possibilità di evitamento vengono meno.   
E tutto ci cade addosso con la furia di un mare in tempesta. In questi giorni leggevo il post  di una nota psicoterapeuta  che mi ha fatto riflettere: “cosa accade in noi in una situazione di emergenza? 
Tutti i dolori, i traumi, le paure, le sofferenze non elaborate e le debolezze della persona, emergono e diventano qualcosa difficile da gestire... PERO'... quando parlo di ciò che emerge, mi riferisco anche alle nostre risorse nascoste, quelle che non pensiamo di avere, ma che in modo istintivo, ci ritroviamo a tirare fuori per far fronte ad una situazione di emergenza.
Quindi se ti senti spaventato, è normale, l'uomo ha bisogno di capire, di trovare una spiegazione a ciò che succede e di controllarla prevedendo il futuro. Un emergenza non si può controllare e nemmeno prevedere, MA... si può gestire. 



RICORDATI: l'inconscio è un tesoro ricco di risorse, ed anche le nostre esperienze negative nascondono delle capacità messe in atto per superarle, non importa quanto tu sia riuscito a gestirle, ma in 

qualche modo l'hai fatto!” Credo non ci siano parole più sagge e vere! Ma questo è un blog di sport e allora vi chiederete: cosa centra tutto questo con lo sport? 
Effettivamente nulla se non per il fatto che lo sport, se fatto con il cuore, con passione, è un ottimo strumento terapeutico, una leva 
motivazionale che, sebbene non possa dare risposte, aiuta comunque a mantenere la mente ed il corpo attivi ed in salute. E la salute mentale e fisica sono di vitale  importanza in momenti difficili come questo. Mi sono resa conto, più che mai in questi giorni di come coltivare una passione sia ben diverso dal fare qualcosa per fuggire a se stessi. Lo sport, così come altre attività, può essere un ottima via di fuga, una scusa da raccontarsi per nascondere qualcosa di ben più profondo: la non accettazione del nostro corpo ( che cerchiamo compulsivamente di migliorare rincorrendo la perfezione fisica), la paura di rimanere soli e il desiderio di appartenenza (  ci affidiamo ad un gruppo facendolo divenire una parte determinante della nostra esistenza indipendentemente dal legame che ci unisce), un modo per sopperire la noia, per dare un senso ad una quotidianità che non ci soddisfa, per darsi falsi obiettivi che poco hanno a che fare con la nostra vera natura ed i nostri veri desideri. Ma in questo caso non possiamo parlare di sport come salvezza ma come trappola, come scusa. E con le scuse si va poco lontano…


In questi mesi di lockdown, il mondo mi è crollato letteralmente addosso e, mi sono di colpo trovata ad affrontare, tutte insieme situazioni estremamente drammatiche. Ed una situazione già di per se difficile come quella in cui siamo, di certo non aiuta, anzi aumenta il tuo disagio e le tue paure. E quando tutto ti crolla addosso, quando capisci che sei tu contro tutto, quando senti vuoti che ti divorano e paure che ti dilaniano hai due possibilità: essere schiava degli eventi oppure risorgere come una fenice, più forte di prima. E la chiave di tutto questo è l’amore : l’amore per te stessa, per la  vita, e per tutto ciò che ti fa stare bene. Ma una volta tolto tutto il contorno, cosa sia davvero importante ti appare chiaro come mai prima. E da li decidi di ripartire. E ancora una volta, perché lo sport? Perché lo sport appartiene alle cose che mi fanno stare bene! E per un vero sportivo questo significa sentirsi di nuovo in contatto con se stesso.
Nonostante i difficili momenti non ho mai smesso di affidarmi alla pratica sportiva : ricordo le volte in cui ho trovato conforto in una seduta di yoga, scaricato tensioni attraverso aerobica e work out o cercato di regolarizzare la respirazione con meditazione e stretching. Non ho avuto  bisogno di palestra, persone, o scuse, l’ho fatto perché mi rigenerava e mi dava nuova forza, e perché nonostante tutto avevo bene in chiaro l’obiettivo : tornare in sella al mio cavallo. E quando giorni fa sono nuovamente tornata a montare ,  la sensazione degli adduttori che “bruciano” mi è sembrata meravigliosa come non mai. In un attimo tutto ha ricominciato a “funzionare”, le mie emozioni a tornare positive e il mio respiro ad allinearsi nuovamente ai miei battiti perché l’amore per ciò che fai, se lo fai davvero con il cuore nessun virus ne evento drammatico potrà mai portartelo via , ritornerà a pulsare con la stessa forza di prima, anzi sarà fonte di motivazione.


Con questo non voglio certo dire che basti l’amore per lo sport a salvarci,  ma sicuramente avere qualcosa o qualcuno da “amare” può fare la differenza. Ognuno di noi credo ora più che mai sia in grado di capire le reali motivazioni che lo spingono ad alcune o altre scelte ma soprattutto sia in grado di determinare cosa valga la pena mantenere o allontanare.   Certo è che nel bilancio di ciò che è importante per me non posso che inserire lo sport o meglio i miei adorati cavalli. Il virus ci ha dato una grande opportunità, lo sport, per chi lo ama davvero,  ha aiutato ad affrontare queste prove. Ora la vita ricomincia con nuove sfide e sta a noi decidere come vivere da qui in avanti. Involvendo o evolvendo? Alla coscienza di ognuno la scelta. >>
Monica Visconti

Grazie Monica per questa lettura e auguri di buon compleanno per domani.. un abbraccio !







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