Giovedì 13 Settembre 2018
Sono rientrato Domenica scorsa dalla trasferta in South Africa, ho ripreso subito i pressanti ritmi lavorativi, da Domenica 2 Settembre non ho fatto più alcuna attività fisica, mi sono riposato e rigenerato, Martedì sera ho ripreso con una corsa lenta di 1 ora, sto già pianificando un 2019 con periodi di picchi di forma diversi dagli ultimi anni, quindi lo stacco che di solito avviene a Novembre lo sto effettuando ora.
Domenica 2 Sett. ho partecipato ai mondiali di Ironman 70.3 e mi sono reso conto, come sono cresciuti i numeri del Triathlon, come partecipanti e la qualità degli atleti, questo sport sta coinvolgendo molte più persone e i numeri parlano chiaro, più di 2800 al via.
Comunque, anche se il viaggio di andata è stata 1 avventura di ritardi e contrattempi che mi hanno spossato fino al giorno prima della gara, essere a piedi nudi sulla spiaggia, sentire le onde dell'Oceano, in griglia in mezzo ad altri atleti e sapere che tra pochi secondi inizia la tua gara è sempre emozionante, le partenze erano divise per categoria, ore 7:30 i pro e a seguire tutte le altre categorie, la mia, M2 è partita per ultima ore 9:30.
Sono partito con la giusta tensione e carica che mi ha permesso di gestire il nuoto, anche se l'oceano era molto mosso per via del forte vento, l'obiettivo era uscire dall'acqua senza sprecare troppe energie e in 30 minuti chiudo la frazione con successo, sono sereno e corro al T1, mi cambio e parto per la seconda frazione, ci sono circa 10km a salire e il vento che soffia contro, faccio fatica a prendere il mio ritmo e vedo che gli altri atleti mi sfrecciano accanto senza apparente fatica, cerco di mantenere il mio ritmo, so cosa devo fare per non strafare, ma prima del giro di boa, al 38km purtroppo buco l'anteriore, utilizzo subito il gonfia e ripara che fa il suo dovere e riparto, ma dopo un km vedo che il tubolare si sgonfia lentamente, allora al 40esimo km mi fermo alla tenda dai meccanici, dove inseriscono un liquido e mi gonfiano la ruota, riparto un po' sconfortato, anche perchè sul percorso non vedo nessun altro atleta e allora incomincio a spingere per cercare di recuperare, c'è sempre vento e il percorso non è per nulla facile, con continui cambi di pendenza che non permettono un ritmo costante, cerco di appiattirmi e distendermi sul manubrio per ridurre il vento e spingo sui pedali, a 10 km dalla fine sento le gambe muscolarmente provate, prendo un gel e arrivo al T2, mi cambio velocemente e inizio a correre, non sento i piedi dal freddo preso in bici, mi ci vogliono 20 minuti per riprendere sensibilità, ma non è questo che mi preoccupa, già dal primo km sento i quadricipiti che mi fanno male e sono pesanti, comprendo che la mezza maratona sarà una sofferenza, così invece di "aggredire" la corsa, la subisco in tutti i suoi metri, così come il percorso mosso, dove con le due estremità opposte della frazione, per arrivare al giro di boa, devo affrontare due salite lunghe e impegnative che mi "schiacciano" mentalmente, al 17esimo km le gambe non reggono più, di fiato ne ho, vorrei spingere, ma le gambe sono di legno, così cerco di mantenere il ritmo costante e gestire la fatica, arrivo così sul tappeto rosso, accompagnato da un forte temporale e come sempre da ali di persone che ti incitano e ti caricano.


Il mondiale è stato vinto da Frodeno in 3 ore 36, seguito da Brownlee 3 ore 38 e terzo Gomez 3 ore 42, invece senza storia la gara femminile, con la fortissima Daniela Ryf con 4 ore 01.
Ho fatto 5 giorni nella savana, in mezzo alla natura selvaggia, vivendo al contatto con la natura e prendendo i ritmi della terra, con la mia home-jeep che mi permetteva di essere indipendente da tutto, ho visto solo una parte dell'Africa ma questo mi ha fatto intuire che è un paese bellissimo, che ti riporta alle origini con un richiamo alla terra incredibile, sicuramente ci ritornerò!
Siamo all'ultima settimana della Vuelta, leader della classifica Simon Yates, martedì scorso si è corso la 16esima tappa, crono individuale, dopo il giorno di riposo, vinta da Dennis, una cronometro di 32 km da Santander a Torrelavega, invece ieri hanno affrontato la Balcon de Bizkaia, finale con punte al 24%, tappa che supera i 3.000 metri di dislivello in 157 km. La salita finale misura 7,3 km: pendenza media del 7,3% ma la punta è al 24%, vinta dall’australiano Woods, invece brutta caduta per Aru, sfortunato quest'anno per lui.
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19 esima tappa |
gpm: 5000 metri di dislivello, infine domenica classica passerella a Madrid.
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20 esima tappa |
La classifica generale vede ancora Yates in testa, Valverde a 30", Niculau a 1′:22”
Ecco alcune foto direttamente dalla Savana
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